Al di Là della Psichiatria. Proposta di un Modello Alternativo

La Malattia Mentale: Davvero è Inguaribile?

Al di fuori delle classificazioni internazionali, conosciute per lo più dagli addetti ai lavori, negli ultimi tempi è balzato alla cronaca giornalistica il termine "persone sane portatrici di mente non convenzionale"; più o meno recentemente si parla insistentemente di "disturbo psichico", "disagio psichico", "disordine mentale", "disturbo comportamentale", "disagio psicologico" accanto o in sostituzione della dizione più tradizionale di "malattia mentale". Si presentano infatti in tutte le classi d’età, sono associati a difficoltà nelle attività quotidiane, nel lavoro, nei rapporti interpersonali e familiari, e sono all'origine di elevati costi sociali ed economici per le persone colpite e per le loro famiglie. ”. Tuttavia, anche per i motivi suddetti, egli si addentrò abbastanza presto nel campo della psichiatria. Tuttavia, egli sapeva bene di non voler avere a che fare con la pratica psichiatrica e tanto meno con quella psicanalitica, e di non voler restare presso l’Università di Chicago. Molto presto nacque in Szasz il desiderio di studiare medicina anche se nella sua famiglia non c’erano precedenti in tal senso, e anche se ciò non avrebbe recato particolari vantaggi economici e sociali - molto più prestigioso in Ungheria era fare il professore universitario o l’uomo d’affari.

Già negli anni trenta Szasz leggeva testi di psichiatria e di psicanalisi, conosceva gli scritti di Sigmund Freud e di Sándor Ferenczi e, ancora prima di lasciare l’Ungheria, era arrivato alla determinazione che non solo queste due “discipline” non hanno nulla a che fare con la medicina, ma non sono neppure collegate tra loro: gli psichiatri rinchiudono la gente a beneficio dei parenti, gli psicanalisti s’intrattengono in conversazioni “confidenziali” con i loro pazienti. Gli ebrei erano esclusi dalle scuole di medicina, come del resto lo erano le donne e la gente di colore, tranne che per qualche rara eccezione. Capii anche che la maggior parte della gente preferisce la dipendenza dall’autorità e l’illusoria sicurezza che ne deriva, piuttosto che l’indipendenza con il relativo coraggio di affrontare le incertezze della condizione umana senza aiuti da parte delle divinità e dei loro ministri”. Thomas S. Szasz critica non soltanto la psichiatria con la sua vocazione alla sorveglianza e al controllo sociale, ma anche i luoghi comuni di cui essa si serve e che impediscono l’incontro con l’altro, l’ascolto, l’accoglienza. Al netto dei titoli sui serial killer che spettacolarizzano patologie psichiatriche gravi come la schizofrenia paranoide (quella che, per capirci, affligge il Professor Nash di A Beautiful Mind), di qualche sparuto episodio sui disturbi dissociativi della personalità e di fenomeni più comuni come lo stress post-traumatico o la depressione post-partum, l’argomento ha avuto poche occasioni di essere al centro di produzioni in modo soddisfacente, e se lo ha fatto, è stato solamente nell’arco dell’ultimo decennio.

Negli ultimi anni, il Ministero della Salute ha predisposto il Piano Nazionale della Cronicità, in cui, oltre ad attenzionare aspetti generali condivisibili in tutte le patologie croniche, sono stati predisposti specifici interventi per la cura della Malattia di Parkinson. Dalloway, e commenta così: “il che implica che i comportamenti (sbagliati), come quelli manifestati da lei stessa erano in senso forte ‘difetti’ del soggetto stesso; che le cosiddette malattie mentali sono problemi esistenziali e morali; che, mellaril farmacia on line insomma, il suo limite riguardava l’integrità, non la salute mentale… L’obiettivo primo e centrale, più plausibile, appare quello dello sviluppo di una consapevolezza del disvalore sociale dell’azione compiuta, ovvero della restituzione di un senso di realtà a colui che presuntivamente l’ha perduto. Ritengo che l’astrologia possa dare un contributo notevolissimo alla lotta del male in oggetto e possa farlo nel senso preventivo nella misura in cui può, fin dalla nascita, riconoscere i soggetti che hanno una notevole potenzialità a divenirne vittime, offrendo così, a chi di competenza, la possibilità d’intervenire in tempo a stroncare l’insorgere di ogni sintomo. Nel finale domina implacabile l’immagine di una Madonna- Bambola, cui spetta l’ingrato compito di farsi adorare da un’umanità che fa scempio dell’amore. Non che sia, di per sé, un compito particolarmente difficile.

Inoltre, poiché occorrevano medici militari, i corsi di laurea in medicina furono velocizzati, sicché Szasz si laureò, con voti eccellenti, nel giugno del 1944. Per motivi di salute, fu esonerato dal servizio militare. Nonostante sia Tomi sia György fossero stati esonerati dalla ginnastica a scuola per motivi di salute, si ribellarono a qualsiasi restrizione e si dedicarono all’attività sportiva anche in maniera competitiva tra loro, specialmente quando si trattava di giocare a ping-pong e a tennis. Se per un qualsiasi motivo non gli fosse stato possibile realizzare questa scelta, anche perché il padre era contrario, come alternativa avrebbe fatto lo scrittore. Il regolamento scoraggiava qualsiasi forma di relazione umana all’interno della struttura: uomini e donne vivevano separati e non potevano incontrarsi - questa regola valeva anche per gli infermieri - e tra personale medico e pazienti non doveva esserci nessun tipo di rapporto. Il rapporto con quest'uomo ebbe un ruolo determinante in tutte le scelte di Virginia, nelle sue gioie e nelle sue sofferenze, nella sua scrittura, nei suoi rapporti privati e pubblici, nel modo ambiguo di vivere la propria "follia" e nelle relazioni con coloro che ebbero l'incarico di gestirla. Riteneva che il ruolo del medico consista nell’assistere coloro che cercano aiuto, e che lo psichiatra commetta un grave errore morale trattando e rinchiudendo individui contro la loro volontà.

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